Barbara Savodini

Città di Castello

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Nell’alta valle del Tevere, tra colline verdi e ampie superfici pianeggianti, sorge Città di CastelloMaps-icon-small, comune di poco più di 40mila abitanti conosciuto, oltre che per i monumenti e la struttura architettonica rinascimentale, per le specialità culinarie (rigorosamente a base di tartufi), per la singolare varietà dialettale tosco-marchigiana e per aver dato i natali al pittore Alberto Burri e all’attrice Monica Bellucci. Per gli amanti dell’arte e della storia, Città di Castello può essere la soluzione ideale per un weekend da trascorrere tra momenti di relax, amabili passeggiate nel cuore storico (protetto da una ampissima area pedonale) e degustazioni di sapori tipici.

Fondazione BurriPer gli appassionati di pittura, specie se contemporanea, presso la cittadina umbra è possibile ammirare la più vasta ed importante collezione di Alberto Burri esposta nei locali della “Fondazione AlbizziniMaps-icon-small, nata nel 1978 per volontà dell’autore stesso che donò al neonato ente 32 opere. In oltre 30 anni, il numero di dipinti si è velocemente moltiplicato fino a sfiorare quota 300; oggi è possibile riscoprire i capolavori degli anni 1948-1989 nelle venti sale del Palazzo Albizzini per proseguire l’itinerario artistico negli Ex Seccatoi del Tabacco dove, dal 1990, sono state catalogate ed esposte altre 128 opere risalenti agli anni Settanta e Ottanta.

Ripartita in quattro quartieri dominanti, secondo le porte di ingresso al centro storico (San Giacomo a nord, Santa Maria a sud, San Florido a ovest e Porta Sant’Egidio a est) Città di Castello è una cittadina a misura di uomo che dà quasi l’impressione di non andare oltre le mura che delimitano il perimetro medievale. Nel corso delle epoche moderne si è invece notevolmente espansa dando vita a nuovi nuclei urbani. Vera e propria isola medievale al di fuori della recinzione è l’antico Borgo di Celle dove, dal restauro di vecchi ruderi, è sCittà_di_Castello_Panoramatato ricavato un relais scelto per cerimonie, weekend romantici e fughe dal caos della vita quotidiana.

E se d’estate il resort offre un clima fresco e mite rispetto alla pianura, d’inverno gran parte del fascino gli viene conferito dai fiocchi di neve che si poggiano soffici su un paesaggio da sogno.
Ultima in ordine ma non di importanza, la cucina tipica di Città di Castello le cui specialità sono rigorosamente a base di tartufi. Neri o bianchi, vengono ugualmente apprezzati purché siano freschi di giornata. Il Trifola, come viene chiamato in dialetto il pregiato fungo bianco, fa ormai parte della tradizione enogastronomica della cittadina che ormai da 35 anni, nel mese di novembre, gli dedica una mostra capace di attirare curiosi e palati fini da tutta Italia.

 

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