Marinella Marruzzino

Torre di Belem, la solitaria fortezza di Lisbona sul Tago

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Foto di Copertina: ©Marinella Marruzzino

UN PO’ DI STORIA… La Torre di BelémMaps-icon-small (o Torre di Betlemme, o Torre di San Vincenzo), uno dei simboli di LisbonaMaps-icon-small, un tempo

©495756/pixabay.com

interamente circondata dalle acque del fiume Tago, è uno straordinario esempio dello stile manuelino, di cui ne rappresenta i connottati caratteristici insieme a pochi altri edifici altrettanto sopravvissuti al terremoto del 1755. In questo gioiello architettonico si fondono in una perfetta armonia insieme al suddetto stile, anche elementi gotici e bizantini.
La fortezza fu edificata nel XVI sec. per volere di Re Manuel I, in onore delle grandi scoperte avvenute proprio durante il suo regno, tant’ è vero che come narra una leggenda, Vasco Da Gama sia salpato verso l’ India proprio dal punto in cui oggi la Torre è ancorata a terra, ed è sorta con funzione di difesa contro le scorribande dei pirati. Re Manuel I dedicò la Torre a San Vincenzo, il Santo patrono di Lisbona.

©Marinella Marruzzino

L’UNESCO ha consacrato come Patrimonio dell’ Umanità sia il limitrofo Monastero dos JerónimosMaps-icon-small, sia la Torre di Belém.

STRUTTURA DELLA TORRE: La Torre, perfettamente integra, consiste di un grande bastione di 30 metri suddiviso in 3 piani, ciascuno ornato con torrette e piccole logge veneziane, mentre le cannoniere aperte sono ispirate stile piratesco spagnolo.

VISITA DELLA TORRE: E’ possibile accedere anche agli interni della Torre, (al costo di 6,00 € per gli adulti o gratuitamente se si è in possesso della Lisboa Card) senza però l’ aspettativa di trovare nelle sale lo stesso sfarzo decorativo presente nella facciata esterna; le sale visitabili sono infatti funzionali a scopi militari data la funzione prettamente difensiva che all’ epoca svolgeva la fortezza. La visita prevede il camminamento sulle mura difensive, la Sala delle udienze, la Sala del governatore, la Sala del Re, una cappella, e una terrazza panoramica.

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