Marinella Marruzzino

Il Museo della seta del Real Belvedere di San Leucio

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Foto di copertina-©Marinella Marruzzino

San Leucio-©Marinella Marruzzino

San LeucioMaps-icon-small è una frazione del comune di CasertaMaps-icon-small che deve la sua fama a ragioni sia storiche che artistiche, posta a 3,5 km a nord ovest della città. Il sito reale, insieme alla Reggia di Caserta, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
San Leucio è una notevole dimostrazione di come i Borbone costruivano i nuovi borghi, ricorrendo all’ autonomia industriale per sperimentare nuovi impianti.

La storia

San Leucio fu «fondata» ufficialmente nel 1776 da Ferdinando IV di Borbone, che fece arrivare a

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Caserta i migliori maestri tessitori italiani e francesi, con il dichiarato intento di produrre seta dalla bellezza superiore a quella prodotta allora a Lione.

L’ innovazione industriale di Ferdinando IV venne accompagnata dalla creazione di una vera e propria comunità, con un preciso statuto regolante principi di socialità ed eguaglianza, decisamente moderni alla fine del Settecento. Ai lavoratori venne assegnata non solo una casa dotata di servizi igienici, ma venne riconosciuto loro anche il diritto alla formazione gratuita (una sorta di prima scuola dell’obbligo), a una cassa «di carità» e all’assistenza per anziani e malati. Queste condizioni di vita, decisamente superiori a quelle di molti lavoratori dell’epoca, incrementarono la produzione di seta in pochissimo tempo, e San Leucio si trasformò da semplice «colonia» a termine di confronto per l’eccellenza della tessitura.

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Un primato che rese Caserta “la tessitrice” della seta che ancora oggi decora i salotti di tutto il mondo (Vaticano, Quirinale e Casa Bianca, solo per citarne alcuni) e viene utilizzata per realizzare le bandiere inglese e americana. Il ritorno in funzione dei telai dopo circa 250 anni dalla data di fondazione della Real Colonia, è stata annunciata da una famiglia di imprenditori casertani, il «Gruppo Letizia Spa», un’ operazione che prevedere il reinsediamento degli antichi impianti delocalizzati, e quindi una vera e propria sfida culturale, prima ancora che industriale

VISITANDO LA STRUTTURA

Il museo è suddiviso in 8 sezioni. Il settore della seta e dell’archeologia industriale, compresa la “Casa

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del Tessitore”, un esempio di abitazione coloniale dell’ epoca, visitabile su richiesta, la “Casa dei Borbone”, ossia l’appartamento storico, il Museo dell’Opera, i Giardini, il settore Restauro del Tessuto, il settore Didattica con attività di formazione operai, l’area Marketing, per la commercializzazione della seta e le sale per attività espositive.

Il tour guidato prevede anche il passaggio negli appartamenti storici, arredati con suppellettili provenienti dalla Reggia di Caserta (tra le stanze di notevole interesse è il Bagno di Carolina, con la vasca in marmo di Carrara), mentre nel percorso di archeologia industriale al Complesso

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Monumentale si avrà l’occasione di accedere alle sale con gli strumenti per la produzione e lavorazione della seta, di entrare in un’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti, in cui vengono mostrati i vari manufatti, la cuculliera e la filanda.

Al piano terra, molto interessanti sono i due grandi torcitoi, che una volta erano tenuti in azione da macchine idrauliche, oggi invece da motori, e la loro ricostruzione è stata eseguita sugli antichi disegni esistenti.

Nella parte occidentale del Belvedere vi sono i Giardini all’italiana, costituiti da una serie di terrazzamenti con piante identiche a quelle sistemate dal Re sul finire del ‘700, situati su diversi piani collegati da apposite scalette. All’interno sono presenti delle fontane intorno alle quali, sono posti alberi da frutta: pero, melo, limone, pesco,albicocco, susino, melograno, oltre ad un giardino di agrumi.

 

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