Andrea Brengola

Il Cairo

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La cittadella

La cittadella

Tornando al Cairo, dove si possono ammirare inoltre numerose moschee realizzate in epoche diverse ed alcune di queste espressione di un’arte ed architettura sacra interessante anche dal punto di vista stilistico, occorre fermarsi al Museo EgizioMaps-icon-small. Eretto nel 1835 dal governo nel tentativo di fermare l’esportazione selvaggia di reperti e manufatti, il Museo del CairoMaps-icon-small è conosciuto come il massimo Museo di antichità egiziane, il primo nucleo del museo venne aperto nel 1858 le collezioni raccolte dall’archeologo francese Auguste Mariette. Il Museo Egizio del Cairo oggi espone oltre 136mila reperti antichi e custodisce molte altre centinaia di migliaia conservati nei magazzini e non visibili al turista. Un impatto “forte” per un’area museale che risulta all’occhio del visitatore a volte “affollata” di reperti collocati anche in corridoio e spazi angusti.

Un “problema” di “abbondanza” di reperti di un’antica civiltà che pochi Paesi al mondo possono permettersi.

La maschera di Tutankhamon

La maschera di Tutankhamon

E proprio in una delle sale a lui dedicate, non molto grande, racchiusa in una bacheca di vetro, la maschera funeraria di uno dei faraoni più “affascinanti” della storia dell’Antico Egitto: quella di Tutankhamon. Realizzata in oro massiccio, intarsiato con pietre preziose e ceramiche, venne riportata alla luce nel 1922 dall’archeologo Howard Carter. Anche se il suo Regno durò poco, solo 9 anni (1336-1327 a.C.), il faraone morì diciottenne per cause sconosciute, probabilmente assassinato. La tomba di Tutankhamon rimase inviolata fino al 1922, quando Carter la scoprì.

Occorsero ben 4 anni per catalogare e classificare gli oltre 1700 oggetti rinvenuti all’interno dell’ipogeo praticamente intatti: favolosi tesori appartenuti a Tutankhamon! Il Cairo, quindi, ancora oggi e nonostante l’instabilità politica e gli attentati dei fondamentalisti, rappresenta una tappa che non può mancare sul taccuino di viaggio di chi soprattutto ha “fame” e “sete” di conoscenza.

 

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